Ho frequentato al CSF prima il corso OSA e successivamente il corso OSS. Ho scelto il CSF perché è vicino, infatti abito quì a Melito.
Mi sono trovata molto bene dal punto di vista dell'insegnamento, perché quando ho iniziato a lavorare ho riscontrato che le cose che avevo imparato durante il corso, mi sono tornate utili, soprattutto all'inizio. Era la prima volta che mi approcciavo a questo lavoro e a queste mansioni ed ovviamente ero completamente all'oscuro su determinate cose come la movimentazione del paziente e le patologie di cui poteva soffrire. Il corso mi ha offerto la preparazione necessaria per affrontare queste situazioni, aprendomi così un'opportunità per un lavoro che poi fortunatamente è arrivato.
Avevo da poco completato il corso OSA e preso l'attestato, quando ho inziato ad inviare domande di assunzione e il mio curriculum in varie strutture, nel frattempo avevo iniziato anche il corso OSS, lo avevo quasi completato, quando sono stata contattata da una casa-albergo di riposo, che è poco distante da dove abito e che aveva aperto da poco. Una struttura nuova e moderna che sembra davvero un albergo per quanto è bella. Al punto di pensare, quando sono andata a presentare il curriculum, figurati se chiamano proprio me che sono all'inizio e non conosco nessuno. Fortunatamente mi sbagliavo e sono stata chiamata da loro per una sostituzione nel mese di agosto. Un tempismo perfetto, in quanto avevo finito a luglio il mio tirocinio ai Camilliani per il corso OSS. Piano piano, un po' alla volta, ora è più di un anno e mezzo che lavoro con loro e da poco sono stata trasferita al reparto per i non autosufficienti, dove la maggiorparte degli ospiti è allettata. Ed è soprattutto da quando lavoro in questo reparto, che mi rendo conto di quanto siano stati importanti le cose apprese durante il corso. Ad esempio, le piaghe da decubito, ne vedo tante, grazie al corso ho imparato a riconoscerle, il che è importante perché anche se c'è sempre un infermiere che se no occupa, siamo noi che ci occupiamo quotidianamente del paziente e lo laviamo che possiamo accorgercene in tempo e segnalarne la presenza.
Non ho preso la terza S, la specializzazione, perché avevo iniziato a lavorare e il lavoro soprattutto con i turni che faccio mi impegna molto ed avrei difficoltà a seguire le lezioni. Credo che seguire con assiduità tutte le lezioni sia fondamentale, perché se no finisce che ti perdi qualche passaggio. Considera che già non è semplice, dopo tanto tempo che hai finito gli studi, riprendere su argomenti che sono così lontani da ciò che magari hai studiato. Con le spiegazioni dei docenti è tutto più semplice e molti concetti li riesci ad afferrare prima, mentre limitandosi solo a leggere e studiare un testo può risultare più difficile. Senza considerare che molte lezioni sono pratiche e si lavora con il manichino, simulando un po' quelle che sono le situazioni reali che potresti affrontare sul lavoro, quelle sono tutte cose che non puoi imparare solo su un libro.
Se dovessi descrivere il corso con tre aggettivi, direi interessante, impegnativo non tanto per la difficoltà della materia, ma perché ti mette di fronte alla realtà del paziente, di quelle che possono essere le sue sofferenze, le sue patologie e la consapevolezza della responsabilità del prendersene cura.
Il corso è molto teorico, la pratica c'è ed ha ovviamente la sua importanza, ma è proprio grazie alla teoria che poi sei preparata ad affrontare anche situazioni che magari non hai mai affrontato, su cui non hai esperienza pratica. Ci pensi, ci rifletti e le nozioni acquisite durante il corso ti aiutano a capire come muoverti al meglio, arricchendo così la tua esperienza pratica sul campo. Il corso, insomma, ti da le basi, ma poi è l'esperienza a completare la tua formazione, un po' come in tutti i lavori.
Mi sono trovata molto bene al CSF e sicuramente lo consiglierei, anzi ad essere sincera l'ho già consigliato a molte mie amiche sia come ente di formazione che come tipologia di corso, anche se poi una di loro ha preferito scegliere il corso OPI. Del resto ho scelto il CSF anche per il corso OSS, se non mi fossi trovata bene, nonostante la vicinanza, avrei deciso di farlo in un'altra scuola. Anche perché ti approcci ad un settore dove la conoscenza è importantissima, è fondamentale. Certo non puoi pretendere di apprendere tutto, perché un OSA o un OSS possono lavorare in molti settori, molto diversi tra loro... basta pensare a quanto può essere diverso assistere una persona anziana o lavorare in ambito ospedaliero, magari in sala operatoria... Pensare di poter apprendere tutto nel corso, sarebbe impossibile, ma una bella infarinatura deve dartela.
Io ho scelto di fare questo corso inizialmente perchè pensavo potesse aiutarmi soprattutto nella ricerca di un lavoro. Poi, già mentre frequentavo il corso e successivamente quando ho iniziato a lavorare, nonostante i turni e le molte ore che mi impegna, ho scoperto che mi piace.
Quando lavori nel mio settore, io lavoro con gli anziani, dai moltissimo e ti assorbe tantissimo dal punto di vista dell'energia e dell'impegno, del resto un anziano diventa realmente come un bambino, senza considerare poi le eventuali patologie, come l'Alzheimer o la demenza che devi anche imparare a gestire, ma è comunque un lavoro gratificante, che ti da tantissime soddisfazioni, soprattutto dal punto di vista umano.
Certo bisogna essere predisposti, perché non è assolutamente un lavoro semplice, anche materialmente, devi farlo con amore, deve piacerti, diversamente lo vivi male e questo lo avvertono tutti, soprattutto i pazienti, ad esempio gli anziani soprattutto quelli affetti dall'Alzheimer è qualcosa che percepiscono subito.
Ma quando lavori con amore e con passione, scopri che aiutare gli altri è la cosa più gratificante che può esistere e questo ti dà tantissima soddisfazione. C'è un momento che mi ha emozionato tantissimo, c'era un anziano che non mangiava da più di quindici giorni, poi è arrivato da noi, la figlia e la famiglia erano oramai sfiduciati, le avevano provate tutte ed erano stati in moltissimi altri posti, bene vedere quell'anziano non solo ricominciare a mangiare, sentirlo rigraziarti e dire che lo stai viziando, è stata una grandissima gioia ed una immensa soddisfazione. Anche riscontrare la fiducia dei familiari che ti affidano un papà, una mamma, un nonno e lo fanno con la serenità e la consapevolezza di averlo lasciato in buone mani, è qualcosa che ti gratifica non solo dal punto di vista umano ma soprattutto professionale. Non bisogna dimenticare che noi ci prendiamo cura di persone anziane che ci sono affidate dalle famiglie e che vanno avanti grazie al nostro lavoro, perché hanno bisogno di noi per mangiare, per bere... come neonati, con la differenza che un neonato magari piange o si lamenta quando ha fame o ha sete, spesso un anziano non lo fa o non può farlo perché ci sono patologie che causano afasia o disfasia, quindi sei tu che devi capire quando ha fame o sete... insomma è un lavoro impegnativo e di grande responsabilità, ma quando vedi la gratitudine nello sguardo di un anziano di cui ti stai prendendo cura, è una carezza alla tua anima e non esiste soddisfazione più grande.
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